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AgostinoRey

Agostino Rey è uno pseudonimo.

Scrive e pubblica sulla piattaforma Wattpad.

Le opere di Agostino Rey su Wattpad

email: agostino.rey@hotmail.com

𝕾𝖆𝖗𝖔̀ 𝖔𝖛𝖚𝖓𝖖𝖚𝖊 𝖕𝖔𝖘𝖘𝖎𝖆𝖙𝖊 𝖈𝖊𝖗𝖈𝖆𝖗𝖒𝖎
𝕮𝖗𝖊𝖉𝖊𝖗𝖔̀ 𝖆 𝖙𝖚𝖙𝖙𝖔 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖙𝖔 𝖔𝖘𝖊𝖗𝖊𝖙𝖊 𝖉𝖎𝖗𝖒𝖎
𝕸𝖆 𝖘𝖈𝖗𝖎𝖛𝖊𝖗𝖔̀ 𝖘𝖔𝖑𝖙𝖆𝖓𝖙𝖔 𝖈𝖎𝖔̀ 𝖈𝖍𝖊 𝖛𝖔𝖗𝖗𝖔̀ 𝖘𝖈𝖗𝖎𝖛𝖊𝖗𝖊
-𝕬𝖌𝖔𝖘𝖙𝖎𝖓𝖔 𝕽𝖊𝖞

Su Wattpad la sua prima intervista (riportata di seguito)

 

5 maggio 2023

"Oggi è il 5 maggio lo sapeva?"

"No, ne prendo atto ora. Vuol sapere se la data della mia intervista ha qualcosa a che fare con l'ode a Napoleone di Manzoni? Non crederà che abbia voluto scomodare questi personaggi per motivi propiziatori?"

"Dicevo solo che è il 5 maggio, il resto l'ha detto lei. Vengo alla prima domanda: è finalmente arrivato il momento di svelare chi è Agostino Rey?"

"No, non è finalmente arrivato il momento."

"E quando arriverà?"

"Quando sarà il momento."

"Forse non siamo partiti col piede giusto, ma rimaniamo comunque in tema: perché la scelta di uno pseudonimo? Per proteggerla? E se sì da cosa?"

"Per proteggere tutti: l'autore, ma prima di tutto il lettore. Il lettore crea i suoi spazi, i suoi mondi, le sue interpretazioni. Le situazioni e i personaggi sono creati dall'autore, ma è il lettore a dar loro vitalità. E ognuno lo fa in modo diverso."

"E lo pseudonimo con tutto questo cosa c'entra?"

"Un autore sconosciuto affascina e mantiene le distanze. Se fosse un professore universitario vedremmo le sue storie in un certo modo, se fosse un ragazzo le vedremmo in un altro. Non sapere aiuta a non avere pregiudizi o preconcetti. Il lettore è più libero di modellare le proprie idee. In questo modo quello che sta dietro l'autore (il suo mondo reale, la sia vita privata, la sua formazione) non interferisce. L'autore è qualcuno di astratto e casomai di misterioso, meno si sa di lui meglio è."

"E cosa si sa di Agostino Rey?"

"Che è un uomo e che vive in una valle nel Nord Italia."

"Si dice che Agostino Rey scriva sempre. Corrisponde al vero?"

"Voglio fare un giochetto. Mi voglio immedesimare in un Agostino Rey che fa lo scrittore a tempo pieno (che vive facendo solo quello, anche se nella realtà fa tutt'altro e la scrittura è solo un hobby). Rispondo quindi alla domanda con questo presupposto.

Ecco la risposta: Scrivo solo quando non dormo, a volte anche quando dormo, sempre che i sogni siano interessanti. La scrittura non inizia quando si battono le dita sulla tastiera, inizia quando scatta qualcosa, quando senti le vibrazioni. Io le sento spesso, quasi sempre (vibrazioni positive ma anche negative). In ogni momento della giornata c'è sempre qualcosa che mi colpisce e che vorrei tramutare in una storia. Può essere l'idea per un intero romanzo, può essere una semplice frase da inserire da qualche parte. A far scattare questa cosa è lo sguardo di una donna che incroci per strada o lo skyline di Manhattan di sera vista in un documentario o anche solo in un TG (visto dal vivo era troppo facile). È quello che amo e che mi caratterizza: assorbire informazioni continuamente, ma questo ... sarà anche la mia rovina."

"Ci spieghi meglio. Cosa intende che sarà la sua rovina?"

"Con la mente seguo tante cose contemporaneamente, sia nel contesto della stessa opera, sia su più opere. Questo rende tutto molto più variegato (aggiungerei anche stimolante), ma lo rende anche tremendamente complicato, soprattutto per quanto riguarda il procedere. È facile iniziare, difficile proseguire, spesso è un'impresa arrivare fino in fondo."

"Ci fa un esempio concreto di quanto le sue pensate siano variegate, in questo momento?"

"Sto revisionando il mio ultimo romanzo (L'Ombra del Pipistrello; i primi capitoli sono stati da poco pubblicati su Wattpad), sto pensando di revisionare il mio primo romanzo (scritto anni fa e tenuto nel cassetto). Ho rinvenuto tra i miei file un nuovo romanzo che mi intriga (di cui avevo scritto una cinquantina di pagine, ed è solo all'inizio). Sto pensando a un romanzo di fantascienza, a un noir (questo credo che nascerà a breve direttamente su Wattpad) e a un'opera medievale, ambientata attorno al 1200, che riguarda un movimento eretico di quegli anni (il soggetto mi è stato suggerito da un amico e sto ancora aspettando che mi dia altri ragguagli). Dulcis in fundo, perché non è finita, ho scritto la trama di un romanzo in tre volumi che si colloca in una realtà molto vicina a noi ma di "prospettiva" (che si sposta, lungo i tre volumi, in un futuro non lontano da noi, ma che per certi versi è già tra noi) che riguarda temi che cominciano a "scottare". Mi solletica molto i neuroni. Ho trovato anche il titolo e dico solo che è in latino (solo il titolo ovviamente). Ah, dimenticavo: mi piacerebbe scrivere qualcosa che si adatti meglio a quanto ho visto girare su Wattpad."

"Ci illumini."

"Qualcosa che segua i ritmi e i gusti dei più giovani, o meglio degli young adult, sia nello stile sia nei contenuti. Ha presente quelle storie dove si lotta con tutta l'anima per vivere e per amare, ma dove vita e amore sono in forma  assoluta, in un parossismo esasperato che trasuda da ogni frase, dove sentimenti ed emozioni sono l'unica ragione di essere? Ecco intendevo questo. Ma non sarà facile, devi averlo dentro, devi essere uno YA (almeno nella mente)."

"Siamo già tutti in ansia, soprattutto gli young adult, ma torniamo al tema principale. Ora abbiamo capito quanto tempo dedica allo scrivere. Quindi lei pare non stacchi mai. Ma non le è mai capitata una crisi di ispirazione?"

"Le ho le crisi, eccome. A volte si creano situazioni non ottimali, come la carenza di idee (e averne tante non significa che siano tutte valide e gestibili). Ma anche situazioni dove devi occuparti delle correzioni, dei rattoppi, delle integrazioni o di "sfrondare" (cosa necessaria, ma che odio: amo ogni frase che ho scritto, pur capendo perfettamente il motivo per cui andrebbe tolta o cambiata). Detto questo, se vogliamo parlare della crisi di ispirazione, non la vedo come un grosso problema. Lavorando spesso su più fronti, quando sei in crisi da una parte è giusto sospendere e passare a un'altra, le idee arriveranno. Come è giusto ricaricarsi le batterie, non pensare più al dover scrivere per forza, resettare. Uscire di casa e fare una passeggiata senza pensare allo scrivere, fare un viaggio (breve o lungo che sia). E qui avviene il miracolo: le pile si ricaricano e acquisisci nuova linfa e nuovi spunti per scrivere. Succede che di fatto non hai mai staccato, ma non te ne sei reso conto."

"Lei perché scrive?"

"Questa è la più difficile delle domande. Credo per mille motivi. Per cominciare, sarà banale dirlo, chiarisco subito che scrivo per me stesso. Questo mi aiuta a conoscermi e a scoprire aspetti di me che mi nascondo dentro. Mi aiuta ad evadere, a vivere in mondi creati da me, ma che poi si animano da soli. Se leggendo molto alla fine potrò dire di non aver vissuto una vita, ma centinaia di vite (ormai questa massima la conoscono tutti), leggendo e scrivendo... quelle vite saranno un po' più mie."

"Un'ultima domanda. Ci dà qualche informazione in più, di quelle che sappiamo, su Agostino Rey?"

"No. Non ancora. Ho già detto troppo. Sarà per la prossima intervista (sorride).